Empatia, come trasforma il problema in soluzione

Empatia, come trasforma il problema in soluzione

Empatia, come trasforma il problema in soluzione

Sicuramente ti sarà capitato di sentire l’espressione “quella persona non è affatto empatica” e ti sarai fermato a pensare “io so esserlo?”.
Ma soprattutto hai chiaro cosa sia l’empatia?

Piccolo spoiler: tutti possiamo essere empatici, non è una dote innata sebbene ad alcuni risulti più facile di altri, ma con costanza e voglia, è possibile sviluppare questa capacità proprio come fosse un muscolo.

Ma cerchiamo di capire bene cos’è questa sempre citata “empatia”.

Nella psicologia, e più precisamente da Norma Feshback viene definita come “il risultato di operazioni cognitive e affettive che agiscono congiuntamente”.

Ma per spiegare in parole più semplici cosa sia l’empatia, l’etimologia stessa della parola corre in nostro aiuto: deriva infatti dal greco antico ‘en-pathos’, che tradotto letteralmente significa ‘sentire dentro’.

L’empatia è dunque la capacità di comprendere profondamente i sentimenti e le emozioni di un’altra persona, mettendosi nei suoi panni.

Essere empatici si traduce dunque nel “mettersi le scarpe altrui” e unisce tre aspetti importanti:

  • La capacità di osservazione e decodifica degli stati d’animo altrui;
  • La comprensione ed assunzione del ruolo dell’altro;
  • La risposta all’emotività dell’altro.

L’empatia è un’arte eccezionale, che ci permette di sintonizzarci sui sentimenti degli altri proprio come fosse un canale radiofonico.

 

I due livelli dell’empatia

L’empatia si sviluppa su due livelli principali:

  • Nel primo abbiamo una componente fortemente razionale, ovvero quella che ci porta alla ricerca della conoscenza dello stato d’animo altrui. È la fase in cui cerchiamo di capire i pensieri dell’altro, comprendere le sue motivazioni e di conseguenza le sue emozioni. È questa una fase molto cognitiva, in cui si cerca di contestualizzare, analizzare e comprendere.
  • Nel secondo livello entra invece in gioco l’emozionalità, ovvero è quello in cui cerchiamo di produrre un sentimento in accordo con il sentimento dell’altro e tiriamo fuori un’emozione che si accosti perfettamente al contesto e alla sensazione dell’altra persona. È la parte in cui ci mettiamo nei panni altrui: avvenuta la decodifica dell’emozione altrui, se ne genera una di risposta.

 

Empatia e dispatia

Ora che abbiamo compreso cosa sia l’empatia, siamo in grado di comprendere quanto sia problematico invece il suo opposto, la dispatia.

Molto spesso infatti l’empatia viene citata in frasi dal contesto negativo, ovvero si parla più della sua assenza che della sua efficacia.

La dispatia è di fatto l’incapacità di comprendere i sentimenti altrui.

Tuttavia la dispatia non è un’azione come potremmo pensare involontaria. Spesso infatti nasce da una volontà dell’individuo di non mischiare le proprie emozioni con quelle dell’altro e non farle in qualche modo contaminare.

In alcuni casi però rappresenta una vera e propria barriera alla comprensione degli altri individui e si tramuta in conflitto e negatività.

Questo meccanismo difensivo può essere quindi interpretato in base al suo contesto come un agire positivo, tuttavia l’empatia è quel tipo di capacità in grado di rendere il nostro modo di comunicare efficace e si tramuta nella capacità di trasformare un problema in una soluzione ed andrebbe dunque allenata di continuo.

 

Allenare l’empatia come un muscolo

Abbiamo parlato dell’empatia come un muscolo, vediamo ora come è possibile allenarla.

  • Sicuramente lo step numero uno è imparare ad ascoltare. La base dell’essere empatici sta infatti nell’ascolto attivo, ovvero quel tipo di ascolto in cui si domanda e si approfondisce sullo stato d’animo e le sensazioni altrui. Come in ogni ambito della vita, un risultato finale lo si ottiene solo da una buona analisi del contesto.
  • Utilizzare le proprie esperienze: andare alla ricerca in sé stessi di sentimenti provati in prima persona, che aiutino a comprendere quelli altrui. Utilizzare la propria esperienza ed associarla a quella dell’altro è infatti un esercizio utile per potersi mettere nei suoi panni
  • Tenere conto del contesto: troppo spesso non comprendiamo i sentimenti altrui perché non li colleghiamo al loro contesto di nascita. Soprattutto quando si tratta di emozioni legate alla negatività, tendiamo a minimizzarle se non ci appartengono e invece un’ottima arma per la comprensione di un sentimento è cercare di contestualizzare.

Empatia e mondo del lavoro

Aver analizzato così profondamente l’empatia, ci aiuterà ora a comprendere la sua importanza nel mondo del lavoro.

È infatti una soft skill di grande valore proprio perché è in grado di aiutarci a comprendere a fondo un problema e a risolverlo.

L’empatia infatti, in quanto composta da una fase analitica e da una di azione, è perfetta per trasformare una situazione di negatività in una di positività.

Consente infatti di mettere a fuoco in maniera precisa contesto e sentimenti negativi, ci permette di interiorizzarli, comprenderli e pensare ad una loro soluzione efficace.

È indubbiamente una skill di grandissima importanza soprattutto per quei lavori a contatto con il pubblico o di comunicazione ed è davvero in grado di produrre risultati con una marcia in più.

In quanto esseri umani siamo fatti al 90% di emotività e al 10% di pelle, muscoli ed acqua ed essere in grado di comprendere e reagire a questa sfera è sicuramente un grande punto di forza

Barbara A.

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