Perché usare il branded content sui social
Negli ultimi anni si è parlato spesso dell’algoritmo che domina i social network, del suo essere in continua evoluzione e del suo mettere in crisi milioni di Social media Manager.
I social infatti sono sempre più dalla parte dei consumatori che degli advertiser e vogliono fornire loro sempre più contenuti di valore: da questo principio nascono i cosiddetti “Branded content”
Branded content: cosa sono
Molto spesso i branded content sono confusi con i contenuti sponsorizzati e per comprendere bene cosa sia il Branded content marketing analizziamo la sua etimologia.
La parola è infatti costituita da:
Il termine “branded”, ovvero un chiaro richiamo al brand;
Il termine “content”, ovvero il contenuto, il grande protagonista del marketing moderno.
Ma in un mondo della comunicazione in continua evoluzione, bombardare l’utente di advertsing non è più una strategia vincente.
Per questo nasce il branded content marketing: si tratta di contenuti principalmente di tipo informativo o di intrattenimento, privi di un messaggio pubblicitario esplicito, che hanno l’intento di migliorare la percezione del brand e migliorare la sua awareness.
Branded content o content marketing?
Si fa spesso confusione quando si parla di “branded content” con il “content marketing”.
L’associazione di queste due strategie è decisamente plausibile dato che i contenuti branded sono molto ricchi di storytelling e incarnano alla perfezione il principio del “content is king”.
Ci sono però delle sottili differenze:
- Il formato: generalmente quello “content” si presenta sotto forma di contenuto scritto, mentre nel branded si sfrutta molto l’impatto visivo.
- Il contenuto: nel “content” c’è più razionalità ed informazione, mentre nel branded c’è moltissima emozione
- Il brandend content marketing è basato su campagne che hanno limitazioni temporali, mentre il content marketing è una strategia continua.
Branded content: engagement e storytelling
Abbiamo visto come il “branded content marketing” faccia leva sull’emotività del consumatore.
In questa fase della strategia, non si sta presentando al cliente il prodotto ma ci si sta posizionando nella mente e nel cuore di quest’ultimo.
Il processo di vendita nel branded content è secondario: al primo posto c’è l’utente.
È importante che l’utente comprenda i valori dell’azienda, ci si riconosca e cominci a darle fiducia.
In termini di marketing dunque, si utilizza un forte storytelling per generare engagement.
Lo storytelling possiamo dire è l’arma più importante del branded content.
Solo lo storytelling infatti può fare leva sull’emotività delle persone, toccare le loro corde profonde e generare interesse.
Solo quando ci sentiamo in linea con qualcosa poi interagiamo con essa. Da qui il motivo per cui i contenuti branded generano tipicamente un engagement 100 volte superiore a quello di un contenuto sponsorizzato.
Esempi di Branded content
Per comprendere al meglio il contenuto branded, facciamo qualche esempio delle migliori iniziative prese dai brand:
Degna di nota è sicuramente un’iniziativa del supermercato Coop. Il gruppo ha realizzato una serie di tre cortometraggi che mettessero in luce i principi di trasparenza e qualità così cari al brand. Questi contenuti sono stati postati sui loro social, ma hanno anche avuto spazio sul canale la 7.
Un altro esempio molto efficace e super ironico è stato quello di Lerdammer che sfruttando la bravura e l’ironia dei the Jackal ha realizzato una serie di minifilm in cui si giocava sul principio di “fantasia vs realtà” per raccontare la convivenza.
Altra iniziativa interessante è sicuramente quella di Pedigree. Il brand del cibo per animali ha infatti sfruttato la radio come canale per lanciare un’iniziativa interessante per i nostri amici a 4 zampe incentrato su quanto la musica e il lasciare la radio accesa aiutino gli animali a vivere meglio la loro permanenza da soli in casa.
Come ultimo esempio è bene citare la Samsung e la sua campagna a favore della tecnologia come aiuto a migliorare la vita dell’uomo. Il brand ha realizzato un corto sfruttando la storia di Neil Harbisson un ragazzo affetto da una malattia molto rara che gli impedisce di vedere i colori, la acromatopsia. Il ragazzo infatti appassionato di cibernetica ha realizzato un’antenna che gli permettese di udire i colori, così come fossero un suono. È un esempio di grande valore nel branded content, perché la Samsung non mette mai il suo logo durante il corso, ma si capsice che è il suo brand dietro il video in ogni secondo, dimostrando che quando si raccontano storie in piena linea con il proprio modo di essere non c’è bisogno di altro per farsi riconoscere.
Branded content: i diversi formati
Il brandend content marketing si presenta agli utenti sotto diversi formati:
- Originated content: ovvero il contenuto come dice la parola stessa, originale ed originato direttamente dal brand;
- Partenered content: il brand si affida a content creator di successo per sponsorizzarsi;
- Sponsored content: l’azienda sostiene la pubblicazione di un altro brand ottenendo in cambio lo stesso;
- Leveraged content, ovvero un contenuto nato esternamente al brand si integra perfettamente ad esso.
Branded content e social media
Ma il vero successo del branded content avviene sui social media.
I protagonisti attivi in questo caso sono i creator e gli influencer, che sponsorizzano sulle loro pagine il brand creando contenuti ad hoc.
Un aspetto importante nel caso dei social media è che il contenuto brandizzato deve essere riconoscibile tramite alcuni hashtag e l’azienda partner va chiaramente taggata.
Il branded content sui social si presenta sotto diverse forme:
- Adv: ovvero il creator o l ‘influencer ricevono un compenso per la loro pubblicazione sponsorizzata. In questo caso va segnalato obbligatoriamente che si stratta di una strategia retribuita.
- Affiliated: content ed influencer, come degli investitori, ricevono una parte del profitto della spesa fatta dagli utenti esterni grazie alla loro partecipazione;
- Gifted by: è un contenuto realizzato da parte dei creator a titolo totalmente gratuito;
- Supplied by: ovvero il brand offre al suo influencer o creator un servizio che poi lui/lei condividerà con il suo pubblico.
A sottolineare l’importanza del branded content nei social media, c’è la scelta di Facebook di creare una vera e propria piattaforma per mettere in contatto i creator con le aziende, la “Brand collabs manager”.
Questa piattaforma consente infatti ai brand di poter:
- Inserire la propria audience e vedere quali creator sono in linea con essa;
- Scegliere un creatore di contenuti o un gruppo di essi;
- Inviare loro una email con una proposta così da abbreviare i tempi per iniziare a collaborare.
Dunque abbiamo visto quanto il branded content marketing sia davvero un’ottima tattica da includere all’interno della propria strategia di brand awareness, privilegiata dagli algoritmi e piena di risorse per la creazione dei contenuti facilmente accessibili.
Barbara A.